Atene – L’Eretteo e le sue Cariatidi

Nel nostro articolo  Il Partenone greco e le sue sculture al British Museum di Londra  vi abbiamo raccontato come nel 1801 il diplomatico britannico Thomas Bruce, settimo conte di Elgin, rimosse i marmi  e molte delle sculture del Partenone di Atene, allora in completa rovina e abbandono,  per portarle in Inghilterra dove vennero vendute al British Museum e qui esposte.  La polemica sulla legittimità dell’acquisizione dei marmi da parte del museo londinese continua ancora oggi, con il rifiuto da parte del governo britannico di restituirli alla Grecia.

 

Visitando oggi i resti dell’Acropolis di Atene abbiamo potuto vedere con i nostri occhi quanto violento e rozzo sia stato lo smembramento di questo monumento: quello che rimane sono ruderi  e rovine private di tutti i fregi e delle preziose sculture che lo caratterizzavano. Nel bellissimo museo recentemente costruito proprio ai piedi della rocca sono conservati solo calchi, ricostruzioni e quel poco che si è riuscito a salvare. I pezzi di maggior pregio (più del 60% del totale) sono tutti al British Museum di Londra al quale, davvero paradossalmente, il Museo di Atene ha dovuto persino pagare ingenti cifre solo per riprodurre copie in gesso delle statue e dei fregi da loro conservati. Dall’inizio degli anni ’80, i governi greci hanno richiesto la restituzione ad Atene di tutte le sculture del Partenone esposte al British Museum, contestando il titolo di possesso delle sculture. Esse, affermano, non sono opere d’arte tra loro scollegate, ma create come parti architettoniche e simboliche del tempio di Atena, costruito nel V sec. aC al culmine della gloria dell’antica cultura greca. Nella costruzione dell’edificio si è ricercato l’equilibrio attraverso la simmetria, riassunta nella triade di metopi, fregio e frontoni. Il monumento esprime pienamente la sua bellezza  solo con le sue sculture e le sculture sono significative solo accanto al tempio, nel loro ambiente naturale e storico. La Grecia chiede quindi  alla Gran Bretagna di cooperare in nome del monumento stesso e in nome del Patrimonio Culturale Mondiale. Più specificatamente chiede che le sculture del Partenone possano finalmente essere riunificate in un’ampia sala del nuovo Museo dell’Acropoli in Grecia e che la Gran Bretagna partecipi così al restauro e alla rinascita del Partenone, lì dove deve essere. Questo consentirebbe di migliorare la lettura di questo monumento unico, sviluppare studi e rivelare alle generazioni future le conquiste dell’umanità.

Simbolo fortissimo di questa richiesta è lo spazio libero (lo vedete in foto) che il Museo dell’Acropoli di Atene ha voluto lasciare nella speranza del ritorno della cariatide mancante accanto alle cinque “sorelle” che la aspettano.

Le sei meravigliose sculture che reggevano sulla testa la loggia dell’Eretteo, un tempio costruito sulla spianata dell’Acropoli tra il 420 e il 406 a.C. e dedicato alla dea Atena Poliade, sono state attualmente sostituite da delle copie per meglio preservarle da ulteriori danni: cinque delle cariatidi  originali si possono ammirare nel Museo dell’Acropoli di Atene (dove le abbiamo fotografate) mentre una fu trafugata da Lord Elgin ed è oggi esposta al British Museum di Londra.

Eretteo – Loggia delle Cariatidi

Costruito in marmo pentelico, l’Eretteo è opera dell’architetto Filocle. La necessità di ospitare i diversi culti tradizionali, collocati su un’area con un forte dislivello (più elevata a sud-est e più bassa di circa 3 m a nord-ovest) determinò una pianta insolita. Era legato a culti arcaici e alle più antiche memorie della storia leggendaria della città, costituendo il vero nucleo sacro dell’Acropoli e dell’intera città.

Il tempio presenta sei colonne ioniche sulla fronte a est. L’interno era suddiviso in due celle a livello diverso e non comunicanti tra loro: quella orientale, più alta, ospitava il Palladio, e quella occidentale più in basso, suddivisa in tre vani: un vestibolo comune dava accesso a due vani gemelli che ospitavano i culti di Poseidone e del mitico re Eretteo. Al corpo centrale si addossano la loggia con le Cariatidi a sud, che custodisce la tomba del re Cecrope, e un portico a nord, più sporgente del corpo centrale verso ovest, costruito per proteggere la polla di acqua salata fatta sgorgare da Poseidone.

Il monumento ha subito importanti restauri tra il 1837 e il 1846, e ancora tra il 1902 e il 1909. Più recentemente tra il 1979 e il 1987. Nel biennio 2014-2015 sono stati eseguiti degli interventi sulle fondazioni che oggi permettono di mostrare i resti dell’antica basilica costruita nel VII sec d.C.

Di seguito le foto delle 5 Cariatidi, forse opera dello scultore Alcamene, conservate come detto nel Museo dell’Acropoli. Di loro colpisce l’eleganza, la raffinatezza della gamba flessa sotto le ricche vesti, la forza:  non sembrano tradire la fatica derivante dal reggere il peso, ma sembrano piuttosto rappresentare l’imperturbabilità. Il loro nome deriverebbe forse da quello delle fanciulle danzanti della città di Karya, famosa per i suoi cori annuali.

Le cariatidi dell’Eretteo vennero in seguito copiate sull’attico dei portici del Foro di Augusto a Roma e da qui di nuovo imitate, ma come rilievi, per la decorazione del foro provinciale di Mérida, in Spagna. Copie delle cariatidi dell’Eretteo furono ancora utilizzate per la decorazione del Canopo a Villa Adriana. Le fonti riportano anche la presenza di cariatidi nel primo Pantheon augusteo.

 

Una leggenda narra di come, dopo il furto della scultura da parte di lord Elgin, si potesse sentire il pianto nella notte delle altre sorelle. Il nostro augurio è che possano riunirsi presto e stavolta per sempre!

Un grazie speciale alla nostra guida Iovanna Aivatzidou per averci accompagnato per oltre otto ore con estrema competenza in un tour dell’Acropoli e attraverso tutti i più caratteristici quartieri di Atene.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *